STATO DI COSCIENZA E LA MEDITAZIONE

Noi non ci troviamo mai in uno stesso stato di coscienza: esso cambia continuamente entro certi limiti che corrispondono al livello del nostro sviluppo in quel dato momento.
E quando succede che sperimentiamo degli stati particolari, degli stati di euforia, o una sensazione di pienezza vitale, o quando sentiamo di essere colmi di gioia e felicità ― allora tutte queste sensazioni sono, per l’appunto, i sintomi di uno stato di coscienza più elevato rispetto a quello che sperimentiamo normalmente. E spesso questi sono proprio quei momenti che restano impressi nella memoria, alle volte per tutta la vita.
Ovviamente può anche succedere che, all’improvviso, si esca dal nostro stato comune e si entri in uno stato di coscienza abbastanza elevato, e allora la persona sperimenta qualcosa che assomiglia ad un’illuminazione, qualcosa di simile alla beatitudine, alla illimitata felicità dell’essere: tuttavia è impossibile descrivere a parole questo stato, e bisogna provarlo personalmente. Mediante un corretto sforzo spirituale, una corretta comprensione e una corretta pratica regolare potete giungere ad ottenere il risultato di vivere sempre questi stati più elevati.

Lo stato in cui comunemente ci troviamo non rimane sempre lo stesso. La semplice osservazione di sé stessi fa scoprire questo fatto molto rapidamente. Ricordatevi la vostra percezione di un qualche evento ripetitivo: cercate di richiamare alla mente le vostre sensazioni.

Dunque, per avere successo quando avanziamo sul cammino della comprensione del Mondo, dobbiamo in primo luogo migliorare la nostra percezione: per esempio, dobbiamo rendere più perfetto il funzionamento del cervello, anche se addirittura il cambiamento di una sola cellula può modificare lo stato di tutto l’organismo.
E allora sorge la domanda fondamentale: come si può ottenere questo cambiamento? Come si potrebbe fare?

Esistono molti metodi per il raggiungimento di questo scopo, ma uno dei più semplici, e allo stesso tempo dei più efficaci, è la meditazione. In seguito a esercizi regolari di meditazione si produce un cambiamento di principio nel funzionamento del cervello: gradualmente, una sempre maggiore quantità di settori del cervello comincia a funzionare in modo coordinato.

Questo viene confermato dalle ricerche scientifiche svolte con l’ausilio di elettroencefalogrammi. Mediante gli elettroencefalogrammi è stata studiata l’influenza degli esercizi di meditazione sulle caratteristiche delle onde cerebrali in diverse parti del cervello. Le ricerche hanno dimostrato che, nella misura in cui si avanza nella pratica della meditazione, tali settori cominciano sempre più a funzionare in maniera coordinata. E quando una persona si impadronisce totalmente di questa pratica, comincia a funzionare in maniera coordinata tutto il suo cervello. Utilizzando la terminologia della fisica, si può dire che il cervello di quella persona ha cominciato a funzionare in modo coerente. 

Quando ci si dedica ad esercizi di meditazione, avviene un cambiamento del funzionamento non solo del cervello, ma di tutto l’organismo, di ogni sua piccola cellula.

Esistono molti tipi di meditazione. La preghiera, per esempio, è, in sostanza, una forma di meditazione. Al contempo, ovviamente, la preghiera, come qualsiasi meditazione autentica, deve essere spirituale. Nella tradizione cristiana è nota, in particolare, la cosiddetta “preghiera mentale”, una preghiera di alto livello spirituale, durante la quale la coscienza viene mantenuta ferma nella regione del cuore, e che è molto efficace per entrare in stati di coscienza più elevati.

Con l’ausilio di diverse forme di concentrazione si possono effettuare dei passaggi rapidi ad elevati stati di coscienza. Durante il raggiungimento di queste forme di concentrazione, i diversi tipi di meditazione possono fungere da parte essenziale di tale processo.

Grigori Grabovoi

 

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